Reti di Mutuo aiuto in Ultima Generazione
Storicamente tutti i principali movimenti per il cambiamento sociale (a partire dal movimento operaio in Italia e negli altri Paesi europei) sottolineavano fortemente la costruzione di reti di mutuo aiuto come parte fondamentale della lotta. Mutuo aiuto significa sostenersi a vicenda per soddisfare i bisogni primari, organizzandosi per aumentare la fiducia reciproca e la possibilità di fare fronte agli imprevisti. Inoltre il mutuo aiuto è fondamentale per permettere la continuazione stessa dell’azione politica nonostante la repressione.
Negli anni all’interno di Ultima Generazione abbiamo avuto molte occasioni per offrire e ricevere aiuto spontaneo e informale. Questo è un ottimo segno di una comunità coesa e forte. Ma non basta. Per affrontare le sfide che ci aspettano dobbiamo costruire anche reti e accordi formali che ci diano più resilienza.
Il mutuo aiuto risponde ai nostri valori fondativi (DNA), è una forma di cura e un modo concreto per creare speranza e realizzare ora il nostro sogno di una società solidale. Raggiungere il massimo dell’adattamento al collasso climatico, economico e sociale è uno dei nostri obiettivi a lungo termine: ma una parte importante dell’adattamento sarà proprio il mutuo aiuto, perché lo Stato verrà travolto dal collasso e già ora non riesce (o non è interessato) a garantire i bisogni primari delle persone. Molti di noi, dentro e fuori dal movimento, sono già in difficoltà economica e fanno fatica ad andare avanti da soli.
Per tutte queste ragioni è importante iniziare a costruire reti di mutuo aiuto all’interno del movimento e, nel tempo, portare questa attività anche all’esterno, come parte integrante dell’attività di Ultima Generazione
Cosa esiste già
All’interno del movimento esistono già delle strutture e degli esperimenti di mutuo aiuto che meritano più attenzione e partecipazione. Sono un piccolo inizio, ma ogni viaggio inizia con un passo. Ad oggi esistono:
- le Case Rifugio
- la rete di Soccorso e Mutuo Supporto (rete SMS)
- i gruppi di economia comune
Di seguito viene spiegato cosa sono e come partecipare
Le Case Rifugio
Sono case private e altre strutture che mettono a disposizione spazi per gli attivisti di Ultima Generazione per uno dei seguenti scopi:
- Breve soggiorno per riposare, ricaricarsi o affrontare momenti difficili. Sono spesso in campagna, o comunque in contesti positivi.
- La disponibilità per fissare la residenza. Questo può essere utile per chi non ha altre possibilità, per chi vuole uscire ufficialmente dal nucleo familiare (per esempio per poter accedere al gratuito patrocinio), e per qualunque altra ragione burocratica o amministrativa.
- Disponibilità a essere eletti domicilio nel caso in cui un giudici commini l’obbligo di dimora. In questo caso ovviamente chi ha l’obbligo di dimora potrà trascorrere lì periodo relativo abitando nella casa rifugio.
- Affitto a prezzi contenuti o gratuito per periodi brevi, medi o lunghi.
Tutte queste opzioni possono essere soggette a condizioni che variano da casa a casa.
Per trovare aiuto in una Casa, o se se sei interessato a mettere a disposizione il tuo spazio contatta il Gruppo Logistica e/o Barbara (@vasantilla su Telegram, telefono 3391369637)
La rete di Soccorso e Mutuo Supporto (rete SMS)
La rete SMS si ispira alle esperienze del movimento operaio nel corso dell’Ottocento e del primo Novecento, come la Società Operaia di Mutuo Soccorso, che permettevano agli operai in sciopero (in un’epoca in cui scioperare era illegale) di poter sopravvivere e mantenere le proprie famiglie, oltre a garantire la prima forma di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Il principio della rete è molto semplice: chi aderisce alla rete versa periodicamente un piccolo contributo, che va a costituire una cassa comune. In caso di difficoltà economica di qualunque tipo, chi ha aderito alla rete può chiedere un aiuto economico che viene coperto con i soldi della cassa. Anche un contributo relativamente piccolo può fare la differenza per superare un momento difficile (sanzioni pecuniari amministrative o penali, sequestri, pene detentive, perdita del lavoro, carovita, ecc).
Aderire alla rete e richiedere aiuto
Per aderire alla rete compila questo modulo di adesione
Per richiedere aiuto compila questo modulo di richiesta aiuto
Contatti per informazioni: Aldo (aldoribo@gmail.com o @aldoape sui canali Telegram di UG)
Accordi di base
- Le persone potranno accedere al supporto di cui hanno bisogno per affrontare un periodo di difficoltà economica o per venire incontro a bisogni derivati da stress intenso, da un trauma o dalla necessità di prendersi cura di sé a livello fisico, psicologico e spirituale.
- Seguiamo il principio di frugalità nel non chiedere più di quanto abbiamo bisogno, avendo cura di gestire le risorse economiche e materiali con morigeratezza.
- Si incoraggiano le persone alla proattività nell’organizzarsi in gruppi superando il paradigma individualista ed entrando nell’ottica di una vita comunitaria, accogliendo altre persone che ne hanno bisogno, prendendo accordi interni, abituandosi alla pratica di scambiarsi riscontri e impegnandosi a gestire eventuali conflitti con gli strumenti di cui disponiamo.
Regolamento
- Può accedere a un supporto di tipo economico, per il principio di reciprocità, solo chi si impegnato a contribuire al fondo SMS.
- La raccolta di un fondo economico è periodica e finalizzata solo a sostenere chi ne ha bisogno e appartenente alla rete SMS, non c’è scopo di lucro. La gestione del fondo è a carico dei responsabili SMS con la supervisione del Comitato di sostegno al movimento Ultima Generazione.
- I soldi confluiranno nel conto di Banca Etica del “Comitato di sostegno al movimento Ultima Generazione”. Al crescere della rete sarà possibile creare un conto autonomo. La gestione amministrativa avverrà con una rendicontazione periodica e trasparente.
- Se una persona non vuole far più parte della rete i soldi che ha già donato rimangono nel fondo.
- I contributi sono semestrali e il rinnovo avviene a scadenze fisse (inizio primavera e inizio autunno) uguali per tutte. Chi aderisce a semestre iniziato versa comunque la quota intera.
- Il contributo semestrale minimo è di 30 Euro a semestre. Chi ha maggiori risorse economiche può contribuire in misura maggiore, nello spirito di frugalità e secondo il principio di far arrivare le risorse dove sono più necessarie.
Chi può presentare richiesta di supporto?
- Possono presentare la richiesta tutte le persone di Ultima Generazione appartenenti alla comunità estesa che abbiano aderito alla Rete SMS attraverso le quote previste.
- Chiunque abbia aderito alla rete può richiedere un sostegno economico attraverso l’apposito modulo o contattando chi gestisce la rete. Chi gestisce la rete gestirà la richiesta garantendo l’anonimato della persona che ha fatto richiesta.
- Al momento è possibile richiedere un aiuto massimo di 300 Euro. Al crescere della cassa comune sarà possibile aumentare questa soglia. Chi fa richiesta può richiedere una donazione, che non dovrà essere restituita, o un prestito.
- Nel caso in cui i fondi della rete non siano sufficienti a sostenere la richiesta è possibile avviare una raccolta straordinaria, sia tra chi già aderisce alla rete che nella comunità estesa di Ultima Generazione
Dopo quanto si riceverà una risposta e secondo quali criteri?
- La domanda viene valutata da una commissione di 5 persone (1 referente + 4 estratte a sorte tra chi ha aderito alla rete). Verrà chiesto alle persone di mantenere riservatezza sulle richieste che verranno portate in forma anonima dal referente.
- La domanda verrà valutata sulla base di criteri prestabiliti e verrà presa una decisione nel modo più consensuale possibile. L’esito verrà inviato entro 20 giorni via mail dal ricevimento del questionario.
- Principali Criteri:
- Persone con processi penali in corso hanno la priorità
- Persone maggiormente soggette a forme di oppressione all’interno dell’attuale assetto sociale hanno la priorità
- Reddito e reti di supporto
- Sostenibilità della richiesta
I gruppi di economia comune
Un gruppo di economia comunque è un piccolo gruppo di persone (tra 3 e 8) che ha deciso di condividere introiti e spese per un lungo periodo. Il primo gruppo pilota all’interno di Ultima Generazione è nato a fine 2024. La costruzione di un gruppo di economia comune è un processo che richiede un certo tempo per creare fiducia e stabilire accordi e modalità di condivisione che rispondono ai bisogni di chi partecipa (ogni gruppo avrà accordi diversi).
Partecipare a un gruppo di economia comune è certamente più difficile e “sfidante” che aderire a un progetto come la rete SMS, ma garantisce anche maggiore sostegno e resilienza ai suoi membri, oltre a essere un modo più radicale di trasformare la visione individualistica e competitiva del denaro a cui siamo abituati.
In Italia è attivo un primo gruppo di economia comune che si chiama PGrEco. Si è formato a dicembre 2024 dopo alcuni incontri di preparazione con Dennis Baltz, un giovane tedesco che, da alcuni anni, segue dei gruppi in Germania.
Quattro persone: Aldo, Daniele, Federica e Maria Letizia hanno deciso un primo periodo di sperimentazione di tre mesi che ha avuto successo. Dopo di che hanno deciso di continuare seguendo delle regole minime di condivisione delle risorse economiche.
Si mantengono degli incontri periodici su zoom (di solito ogni due settimane) e quando si riesce si organizzano dei momenti in presenza.
Il 28 febbraio 2025 è stato presentato pubblicamente il progetto presso il centro Casapace di Milano con la partecipazione di una ventina di persone tra UG e altre esterne.
Per altre informazioni sui gruppi esistenti e per ricevere sostegno nella creazione di un nuovo gruppo scrivi a Aldo (aldoribo@gmail.com) o Daniele (daniele.quattrocchi@gmail.com)
Domande più frequenti
- Dobbiamo condividere tutti i nostri soldi?
La scelta su cosa e come condividere va presa insieme all’interno del gruppo. Potete decidere di escludere dalla condivisione alcune cose (per esempio le proprietà, le eredità, i soldi che avete alla partenza del progetto, oppure alcune spese straordinarie). Potete anche iniziare con una condivisione più limitata e espanderla con il passare del tempo e l’aumentare della fiducia. - Dobbiamo vivere insieme o nella stessa città?
Assolutamente no. Potersi incontrare dal vivo con facilità può aiutare (anzi è bene farlo regolarmente), ma potete essere in qualunque parte del mondo. - Come faccio a fidarmi? Come faccio a sapere che non scapperanno con i miei soldi?
L’elemento fondamentale di un gruppo di economia comune è la fiducia reciproca. Costruire la fiducia può richiedere tempo e impegno, incontri, condivisioni, confronti, esperienze comuni, esperimenti graduali di condivisione. Potrete decidere di creare meccanismi che vi tutelino, ma nessuno funzionerà davvero senza fiducia. - Dove mettiamo i soldi? Dobbiamo avere un conto comune?
Anche questa sarà una decisione da prendere insieme. Si può avere un conto comune, ma non è necessario. Ci possono essere molti modi creativi per condividere i vostri soldi. La cosa fondamentale è entrare nell’ottica che si tratta di soldi di tutti, indipendentemente dalla persona a cui è intestato il conto su cui si trovano o il materasso sotto cui sono nascosti. - Cosa succede se una persona lascia il gruppo? Si trova senza soldi?
Ogni gruppo prende accordi diversi su questo. Per esempio potete accordarvi su una cifra che il gruppo assicura a chi esce (può anche essere diversa da persona a persona a seconda delle esigenze), oppure che tenete una parte dei vostri soldi fuori dalla condivisione per assicurarvi una certa autonomia in caso di uscita. - Ma se quello che ho basta appena per me?
Potrai ricevere aiuto da chi ha più risorse. E magari contribuire in altri modi non finanziari. E non è detto che la situazioni non cambi in futuro. - Come gestiamo il fatto che alcuni guadagnano di più e altri di meno?
Il principio su cui si basa un gruppo di economia comune è che tutti ricevano secondo i propri bisogni e contribuiscano secondo le proprie possibilità. È un principio diverso da quello del “merito”. Inoltre spesso nella nostra società le retribuzioni sono profondamente ingiuste e illogiche (alcuni lavori utili sono pagati meno di lavori dannosi, o non sono pagati affatto). Un gruppo di economia comune è anche un modo per riequilibrare queste logiche. - Come gestiamo il fatto che alcuni spendono di più e altri di meno?
Vedi sopra. Le spese possono essere diverse anche perché ci troviamo in situazioni diverse (figli, famiglia, eccetera). - Se siamo tutti “poveri”, che senso ha fare un gruppo di economia comune?
Se siete riusciti a sopravvivere finora separatamente, ci riuscirete anche insieme. Essere insieme non vi renderà ricchi da un giorno all’altro, ma vi permetterà comunque di affrontare gli imprevisti con maggiore resilienza (perché è più difficile che vada male a tutti nello stesso momento). Inoltre non essere soli è importante anche dal punto di visto psicologico e emotivo. - Ma alla fine non ci approfittiamo di chi guadagna di più all’interno del gruppo?
È importante che all’interno del gruppo ci sia un senso di equità. Ma equità non vuol dire essere uguali in tutto. Chi per qualsiasi ragione ha più risorse finanziare può essere felice di contribuire per sostenere chi ne ha meno, e che magari dà un contributo importante ma non retribuito al gruppo o alla società (per esempio come attivista, o prendendosi cura di un bambino o un anziano)
- Dobbiamo condividere tutti i nostri soldi?
Risorse allegate
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Il DNA di Ultima Generazione
Storia
Ultima Generazione nasce da un gruppo di persone comuni stanche dell’inefficacia di marce, petizioni ed eventi culturali e decise di fare tutto ciò che è in loro potere per portare il collasso climatico al centro dell’attenzione pubblica. Un padre preoccupato per il futuro delle sue figlie, un agricoltore che aveva visto la siccità distruggere il suo raccolto, una veterinaria che aveva visto i boschi vicino a casa sua devastati da un incendio enorme, un operaio che sognava di fare il padre missionario, una donna che soffre di forti dolori cronici con cui combatte da una vita con grinta e un insegnante di storia e filosofia che ha deciso di lasciare la sua carriera di ricerca accademica. Decidono che è ora di entrare in resistenza civile in modo radicale e senza compromessi: girano per tutta l’Italia per reclutare persone che sono pronte, come loro, ad andare in galera per lanciare un forte messaggio. Dodici persone bloccano il GRA di Roma il 6 dicembre 2021, la prima di 9 azioni dirette nonviolente in 11 giorni. A febbraio 2022 Ultima Generazione torna in strada con i primi imbrattamenti al Ministero della Transizione Ecologica (Mite) e uno sciopero della fame di 10 giorni che ha portato ad un incontro pubblico con Cingolani, allora ministro del Mite. Da Aprile 2022, Ultima Generazione comincia ad essere sempre più strutturata e ad avere strategie di lungo termine. E’ co-fondatrice della rete A22, una rete internazionale che conta 10 campagne di resistenza civile nonviolenta in tutto il mondo occidentale. Da quel momento abbiamo fatto centinaia di azioni di resistenza nonviolenta: abbiamo bloccato strade e jet privati; colorato palazzi del potere, interrotto manifestazioni sportive, concerti e messe; occupato sedi di partito e redazioni di giornali e abbiamo portato avanti uno sciopero della fame di 27 giorni. Abbiamo creato milioni di conversazioni. Siamo stati sui giornali, in radio e in televisione, dove abbiamo portato il collasso climatico al centro dell’attenzione mediatica. Contro di noi sono state scritte due leggi repressive. Siamo entrati a far parte dell’immaginario collettivo e della cultura di questo paese. Abbiamo organizzato centinaia di incontri, presentazioni, dibattiti e assemblee in tutta Italia, abbiamo parlato con migliaia e migliaia di persone. Siamo cresciuti, abbiamo creato gruppi da Torino a Venezia, da Trento a Catania.
Questo è solo l’inizio, continueremo a fare azioni, disturbare, creare dibattito e incontrare persone. Vogliamo continuare a coinvolgere sempre più persone lungo tutto lo stivale, vogliamo mobilitare un movimento di massa.
Ultima Generazione nasce in risposta ai fallimenti dei movimenti climatici e sociali negli ultimi 30 anni. La resistenza civile nonviolenta è l’ultima risorsa quando le forme tradizionali e istituzionali di protesta e attivismo non hanno funzionato. La Storia ci insegna che la resistenza civile nonviolenta è lo strumento più efficace per ottenere un cambiamento sociale in tempi rapidi. Inoltre, Ultima Generazione nasce dal desiderio di ritornare ad una tradizione più antica, in cui compiere una trasformazione sociale è un impegno serio e a tempo pieno e richiede responsabilità, direzione ed organizzazione. Siamo persone normali sulle spalle dei giganti, cerchiamo di imparare dal passato per aumentare le nostre probabilità di successo. Siamo oltre l’orlo del precipizio della distruzione del clima da parte delle élites: questa è una dichiarazione di guerra all’umanità. Se non li fermiamo presto, si attiveranno meccanismi irreversibili che porteranno alla desertificazione di quasi metà del pianeta. Miliardi di persone dovranno spostarsi per le temperature troppo alte, mancanza di cibo e acqua, guerre. Il tempo che ci rimane è quasi finito, la sfida di fronte a noi è la più grande mai affrontata dal genere umano. Dobbiamo metterci tutti noi stessi, dobbiamo costruire una nuova speranza.
Visione
Ultima Generazione nasce dal sogno di una società equilibrata, responsabile e consapevole, in cui l’essere umano sappia vivere in armonia con gli altri, con l’ambiente circostante e con tutte le forme di vita. Vogliamo un Paese che abbia un piano concreto di adattamento al collasso degli ecosistemi e che questo piano sia realizzato coinvolgendo le persone e le comunità interessate.Questa trasformazione non avverrà spontaneamente, ma richiede uno sforzo comune e una volontà decisa. Vogliamo cambiare le cose e vogliamo farlo in modo etico, fondato su valori.Vogliamo un’economia giusta, in cui soldi, risorse e servizi sono distribuiti in modo equilibrato. Chi può dare di più dà di più e ciascuno riceve secondo il proprio bisogno. E’ un modello economico basato sulla cooperazione, che tutela le persone e l’ambiente, e garantisce loro un futuro.
Promuoviamo un modello di agricoltura rigenerativa, che non utilizza pesticidi e fertilizzanti, che rispetta la pianta e il terreno, utilizzando poca acqua e garantendo la biodiversità e la fertilità a lungo termine.Sosteniamo le produzioni locali, stagionali e a basso impatto ambientale. Produzioni che sostengono i piccoli agricoltori, perché siano pagati il giusto prezzo e non messi al muro dalle grandi imprese.Sosteniamo l’abolizione degli allevamenti intensivi, la diminuzione del consumo di carne e di prodotti di origine animale, pagando il giusto prezzo agli allevatori per il loro lavoro e fornendo sostegno economico reale per passare a nuovi modelli di produzione.Questo ci renderà più adattabili alle incertezze del futuro, più liberi dalle oscillazioni dei prezzi decisi dal mercato, e più uniti come comunità locali.
Desideriamo un mondo senza guerre, libero da sfruttamento e dinamiche di dominio. Siamo orgogliosamente antifascisti.
Crediamo che ogni persona abbia il diritto di muoversi e di spostarsi liberamente, senza ostacoli ingiustificati.
Sogniamo una società responsabile, che pensa al bene comune, in cui le relazioni sono basate sul rispetto e sulla cooperazione. Crediamo in un mondo che dà uguali diritti a tutti, indipendentemente dalla loro ricchezza o dalla loro istruzione. Crediamo in un mondo in cui le persone sono considerate uguali a prescindere dal colore della pelle, dall’origine geografica, dalla loro lingua o dalla loro religione.
Crediamo in un mondo in cui la donna ha uguali diritti e possibilità rispetto all’uomo, perché possa realizzarsi pienamente come persona e nella società.
Sogniamo un mondo che pensa ai giovani e ai bambini, che li rispetta e che li coinvolge nelle decisioni e nel cambiamento. Che dona loro riconoscimento e dignità.Sogniamo un mondo in cui la società è riconnessa con gli altri animali, con le piante e gli altri esseri viventi. In cui sappiamo di far parte di un equilibrio più grande di noi.
Immaginiamo inoltre un sistema educativo diffuso e accessibile, orientato alla responsabilità e alla collaborazione, che possa supportare questi cambiamenti e promuovere una cittadinanza consapevole.
Cultura
Diciamo la verità sulla situazione in cui ci troviamo. Ma diciamo anche la “nostra verità” ossia quello che pensiamo e che sentiamo. Ci prendiamo la responsabilità di farlo anche quando è una verità dolorosa e che può non piacere. Parliamo in modo sincero e diretto, con rispetto ed empatia. La libertà non significa fare solo ciò che si vuole, ma prendersi le proprie responsabilità. Per noi, libertà significa fare ciò che è giusto, anche quando comporta delle conseguenze.
Siamo persone normali, non siamo martiri né eroi. Prendiamo delle decisioni e delle scelte difficili, che possono avere ricadute più o meno pesanti. E’ difficile, ma è la difficoltà che milioni di persone comuni vivono ogni giorno nella propria vita. Anzi, tantissime persone si trovano in situazioni ben più gravi delle nostre. Perciò accettiamo multe, denunce e carcere senza prendere il ruolo di vittime. E allo stesso tempo ci uniamo insieme per farci forza e affrontarle, insieme ad altre difficoltà, con rispetto e dignità.
Crediamo nell’importanza dei leader e delle leader. Pensiamo che sia fondamentale che in un gruppo ci siano persone che si assumono la leadership, ovvero che “accettano la responsabilità di far sì che gli altri raggiungano uno scopo condiviso, e lo fanno in condizioni di incertezza”. Riconosciamo persone che mostrano caratteri da leader e allo stesso tempo sappiamo che esistono tipi di leadership differenti, che molte doti si possono imparare, e che ciascuno e ciascuna di noi può trovare il proprio ruolo.
Chi comincia è a metà dell’opera. Pianifichiamo e ci confrontiamo nella giusta misura per poi prendere una decisione e vedere come va. Sappiamo che la perfezione non esiste e che è inutile aspettarla. Quindi non siamo un gruppo che discute all’infinito e che non parte finché non è tutto perfetto. Ci diamo da fare. Come gruppi e come persone ci dedichiamo con serietà e impegno al progetto e ai nostri compiti, pur senza dimenticare di prenderci cura di noi stessi e degli altri. Sbagliando si impara. Chi non sbaglia, non impara, e ogni errore è un’opportunità per crescere. Perciò al termine di un lavoro o di un periodo ci diamo critiche costruttive, perché il fallimento è solo il primo passo verso il successo e miglioriamo continuamente grazie ad esso.
Ci mettiamo al servizio del progetto, lasciando da parte i nostri interessi personali e il nostro ego.Ci prendiamo la responsabilità delle nostre parole e delle nostre azioni, anche nei rapporti tra noi e verso l’esterno.Cerchiamo di confrontarci in modo costruttivo, senza un punto di arrivo: la critica e l’autocritica sana e la crescita individuale e di gruppo sono responsabilità di ognuno. Ci critichiamo con benevolenza ma onestà quando lo scopo è migliorare come progetto e come gruppo.Cerchiamo di parlarci in modo sincero e diretto. Anche se è difficile, cerchiamo di non parlare alle spalle e di affrontare i problemi direttamente con le persone coinvolte, facendoci aiutare se necessario. Ci parliamo con rispetto, sincerità e onestà e lo facciamo per il bene dell’altro, del gruppo e di noi stessi.
Ci relazioniamo tra noi cercando di non ricorrere alla prevaricazione e alla violenza.Ci impegniamo a costruire tra noi un rapporto di fiducia, rispetto, alleanza, chiarezza e supporto. Ci rispettiamo e collaboriamo, a prescindere da simpatie e amicizie, sapendo che non sempre chi è nostro amico ha più ragione degli altri.
Affrontiamo gli inevitabili conflitti che si generano attraverso percorsi di trasformazione del conflitto affidati a persone con le competenze necessarie. Quando il conflitto è di natura personale, supportiamo le persone coinvolte in un percorso che le aiuti a comprendere le ragioni dell’altra per arrivare a una riconciliazione o accordi di convivenza.
Intraprendiamo percorsi di crescita per migliorare come persone e come gruppo, incoraggiandoci e dandoci forza a vicenda. Allo stesso tempo sappiamo che la perfezione non esiste, che nessuno nella vita può considerarsi “arrivato”.
Siamo un gruppo di persone comuni, non di attivisti. Ciascuno di noi ha la propria storia e il proprio percorso di vita. Abbiamo idee per certi versi diverse. In molti casi, queste idee possono convivere tra loro senza che per forza dobbiamo identificare un “giusto” e uno “sbagliato”.Siamo aperti e accoglienti verso chi è diverso e non mettiamo limite alla loro partecipazione fintantoché sono d’accordo con le idee di Ultima Generazione espresse in questo documento. Incoraggiamo la loro partecipazione anche se non sono “come noi li vorremmo”.
Valori
La nostra storia, le nostre azioni e la nostra visione del futuro sono costruite su cinque (più uno) valori:
0) La Nonviolenza
La Nonviolenza è il valore fondante, quello che attraversa e guida l’intera organizzazione. Cerchiamo di praticare la Nonviolenza non solo nelle nostre azioni esterne, ma anche nelle nostre relazioni interne, riconoscendo la portata rivoluzionaria di questo cambiamento. La Nonviolenza non è solo il mezzo, ma anche il fine e il fine della Nonviolenza è la riconciliazione tra tutti gli esseri umani e con la Natura. Per questo noi non odiamo i nostri avversari nonostante li contrastiamo con tutte le nostre forze. Non vogliamo neppure il loro dolore. Ci opponiamo al sistema corrotto e ingiusto che genera violenza. Ci opponiamo alle persone che esercitano violenza. Allo stesso tempo, non agiremo violenza contro di loro, non le odieremo ma continueremo a credere nel loro potenziale e nella possibilità di migliorare ed essere in futuro reintegrate nella nostra comunità.Siamo completamente concentrati su ciò che di positivo possiamo fare giorno per giorno e sul valore del nostro esempio. Siamo esigenti ma comprensivi con noi stessi e con il prossimo.
1) Il Conflitto
È la forza generatrice di ogni cambiamento, per questo motivo portiamo il conflitto sia verso l’esterno, sia verso l’interno. Una sana cultura del conflitto è quella che ci permetterà di crescere, come individui, come organizzazione e come società. Una società senza conflitto perde la possibilità di rinnovarsi e progressivamente perde la libertà ed ogni altra conquista sociale.
Nella nostra organizzazione esprimiamo il disaccordo e ci confrontiamo apertamente e con sincerità quando abbiamo divergenze di opinioni. Lo facciamo non allo scopo di vincere un dibattito o di “avere ragione” ma per costruire e migliorare continuamente il progetto. Impariamo a prenderci le responsabilità di quello che diciamo e quando vogliamo un cambiamento ci prendiamo la responsabilità concreta di portarlo avanti e di metterlo in pratica.
2) Il Dolore
Sappiamo che con il collasso climatico e sociale sarà più difficile mantenersi, perderemo anche i beni di base, saremo costretti a spostarci, potremmo perdere dei nostri cari o la nostra casa. Ci vuole coraggio per riuscire a vivere il dolore, ci vogliono forza e consapevolezza per gestire utilmente la rabbia che ne scaturisce o per non finire schiacciati dalla sofferenza. Accettare questo dolore è il primo passo per poterci convivere e per elaborare il lutto.
3) La Cura
Cura significa responsabilità, fiducia, rispetto, umiltà e dignità; è la motivazione per cui sappiamo che è l’Amore che tiene in piedi il mondo. La cura è verso noi stessi, verso le altre persone, gli animali, le piante e gli alberi, verso tutti gli elementi viventi e non. E’ un valore che tiene in considerazione i bisogni materiali, emotivi e psicologici dell’Altro. La Cura è un valore concreto, che sta nei piccoli gesti e nella semplicità.Vogliamo che i ruoli di cura all’interno della società abbiano il rispetto e il riconoscimento che meritano. Allo stesso tempo è un valore che viene intrapreso da tutti, che attraversa tutto quello che siamo e facciamo. 4) Il Sogno e la Riconnessione. Ci unisce il sogno di un futuro migliore e di una società libera ancora da costruire. Sappiamo che quello che ci aspetta è difficile, è enorme, e fa paura. Ma possiamo lavorare per costruire il futuro che vorremmo: un futuro di pace, una società libera, un mondo giusto fatto di collaborazione e di Amore. Sogniamo un mondo in cui riusciamo a riconnetterci con le altre persone, gli altri animali, e la natura.
Nel valore del sogno c’è anche la possibilità di un mondo di abbondanza, dove tutti hanno accesso a tutto ciò che occorre per vivere una vita piena, nessuno sottrae ad altri, accumulando per se stessi, e tutto quello che c’è è utile, duraturo, piacevole, costruito con amore, condiviso e usato con cura.E’ un’abbondanza di servizi, di amicizia, di relazioni, di stimoli per la crescita individuale e collettiva.
4) La Frugalità
Abbondanza non significa avere e produrre più del necessario, sperperare beni, e mettere al primo posto i soldi.Imparare la frugalità significa per noi tagliare il superfluo, non ricercare la felicità nei beni materiali ma piuttosto nella semplicità e nella relazione con se stessi e con gli altri.La visione di questo mondo di abbondanza, frugale e solidale ci farà da guida e da stimolo per cambiare noi stessi e realizzare quel percorso di liberazione che parte prima di tutto dal sé più profondo e che da lì si irradia e si espande.
Strategia
La nostra visione è ambiziosa; il nostro è un progetto di lungo periodo che mira a scardinare e cambiare lo status quo e intervenire su chi contribuisce a mantenerlo. Vogliamo vedere un’Italia in cui si sta realizzando tutto quello che serve per raggiungere i più ambiziosi obiettivi di mitigazione del riscaldamento globale, dove i necessari piani di adattamento alla crisi climatica sono progettati e attuati con la piena ed effettiva partecipazione delle popolazioni interessate e che prevedano, come elemento imprescindibile, un’equa redistribuzione di reddito, ricchezze, beni e servizi. Vogliamo perciò darci una direzione, una strategia di più anni che si scompone poi in campagne più brevi, di alcuni mesi.
Queste campagne hanno obiettivi concreti, simbolici e di forte interesse sociale per mostrare l’ipocrisia delle istituzioni e provare ad ottenere vantaggi reali per le persone. Crediamo che lo Stato sia ancora in questa fase storica il motore per modificare la società nel breve tempo che ci resta. Allo stesso tempo, cominciamo a preparare organizzazione dal basso e alternative per il momento in cui le istituzioni che conosciamo crolleranno l’una dopo l’altra.
Usiamo la resistenza civile nonviolenta come metodo. Pensiamo sia evidente come petizioni, marce e metodi convenzionali non siano adeguati davanti alla gravità della situazione. Questo non significa che pensiamo di essere persone migliori di chi non è disposto a questa forma di lotta. Sappiamo che non possiamo fare tutto noi e tutto da soli: per questo cercheremo di relazionarci sempre di più con altri gruppi e altre associazioni e di arricchire la strategia con la nostra diversità.
La resistenza civile comprende al suo interno centinaia di tattiche diverse, dando la possibilità di coinvolgere persone diverse. Noi sappiamo di poter coprire una parte di queste tattiche: facciamo soprattutto azioni dirette, pubbliche, disturbanti, che fanno pressione per raggiungere il nostro obiettivo e che allo stesso tempo influenzano il dibattito pubblico su temi centrali e sull’obiettivo del nostro progetto. Per queste azioni dirette accettiamo di agire creando anche disturbo al pubblico e provocando milioni di conversazioni. Lo facciamo sapientemente, a seconda della campagna e della strategia che stiamo attuando. Sappiamo che disturbare il pubblico in modo pacifico non diminuisce il consenso sul nostro obiettivo, sulla lotta che stiamo portando avanti. Non siamo qua per piacere, ma siamo qua per lanciare l’allarme e raggiungere i nostri obiettivi. Più aumenteranno i nostri numeri, più il rischio potrà essere condiviso e potremo approcciarci a tattiche più convenzionali. Tuttavia, non illudiamoci. Per avere successo, una rivoluzione deve passare attraverso una fase repressiva. Più saremo vicini al successo, più verremo repressi anche per piccole proteste o gesti innocui. Durante una dittatura, anche una petizione può causare il carcere o la morte. Prepariamoci a tutto, più il gioco si farà rischioso, più saremo vicini alla nostra vittoria.
Ci predisponiamo per fare una mobilitazione di massa. Organizziamo incontri pubblici in tutto il paese, nelle città e nelle province, utilizzando il clamore delle nostre azioni e l’attenzione mediatica per attirare nuove persone. Cerchiamo di attivare l’emotività delle persone, fondamentale per la presa di consapevolezza. Cerchiamo di attivare una varietà di persone comuni senza precedenti esperienze politiche, di diverso genere, età e classe sociale. Vogliamo indirizzare l’inevitabile rabbia delle persone, quando esploderà, verso una rivoluzione nonviolenta.
Utilizziamo la tecnologia e i social, ma non dimentichiamo l’importanza delle relazioni dal vivo.Negli ultimi anni i social e internet hanno svolto un ruolo sempre più importante nelle proteste. Vogliamo sfruttare questi mezzi come potenti altoparlanti e aggregatori sociali. I social media possono accelerare la mobilitazione ma non creano comunità che durano negli anni. Nella nostra strategia diamo quindi importanza alla relazione reale tra persone, agli incontri dal vivo. Diamo molto valore alle emozioni e al creare incontri in cui avvengano reali relazioni umane. Soltanto relazioni profonde ci permetteranno di prolungare la resistenza per tutto il tempo necessario per abbattere il regime e le continue emissioni delle élites.
Organizzazione
La nostra organizzazione segue una gerarchia funzionale, cioè una struttura con un gruppo dirigente (il “Gruppo Nucleo”) e che crede nell’importanza di avere leader su più livelli. La definiamo funzionale perché a) cerca di essere funzionale al progetto comune e non a interessi personali di potere e di privilegio, b) cerca di essere etica. Il Gruppo Nucleo coordina le attività principali e si prende cura delle risorse più importanti per il progetto.
Oltre al gruppo che guida, ci dividiamo in gruppi di lavoro e gruppi locali: ogni gruppo ha un proprio compito specifico, delle proprie specifiche responsabilità. In merito a questo compito, che viene reso trasparente e chiaro al resto dell’organizzazione, ogni gruppo ha autonomia e potere decisionale. Ci sono quindi gruppi che si occupano della comunicazione, altri che forniscono supporto legale e così via. Ogni gruppo a sua volta definisce al proprio interno dei ruoli, in modo da distribuire maggiormente le responsabilità.
La nostra struttura cerca di distribuire potere e responsabilità, creando e accompagnando leader su più livelli. A tutti i livelli dell’organizzazione, creiamo ruoli formali, con mandati e compiti chiari. Combattiamo l’attitudine di guadagnare tanto potere attraverso le relazioni personali e non attraverso il lavoro e il servizio pratico per l’organizzazione. In questo modo, ogni persona ha la possibilità di prendersi sempre più responsabilità e potere all’interno dei propri compiti, in una visione di responsabilizzazione collettiva. Pensiamo che il potere richiede responsabilità: riconosciamo l’esistenza e la necessità dell’umile esercizio del potere, al servizio della comunità e del progetto.
Ci siamo dotati di una Costituzione, che riassume i principi organizzativi di Ultima Generazione, che definisce criteri di ingresso e di uscita dal gruppo Nucleo, criteri e modalità di allontanamento di una persona dalla comunità, eccetera.
Crediamo negli accordi di gruppo, ossia regole condivise che ci permettono di lavorare meglio e di creare una buona squadra. Ogni gruppo può decidere i propri accordi, o adottare quelli base suggeriti.
Lavoriamo perché ci sia chiarezza e accessibilità delle informazioni in tutti i livelli della struttura.
Ci affidiamo alla facilitazione come strumento al servizio dell’organizzazione. La facilitazione è l’arte di guidare i gruppi verso riunioni efficaci, con turni di parola chiari, agende strutturate e obiettivi concreti. Permette di concludere gli incontri con decisioni condivise e compiti ben definiti. Non è solo una tecnica, ma un approccio che valorizza sia i processi che le persone, eliminando il caos delle riunioni disorganizzate e rendendo il lavoro più produttivo e inclusivo.
La nostra modalità di lavoro segue un modello “pianificazione – attuazione – valutazione e apprendimento – pausa”. Ogni gruppo e ogni ruolo pianifica i passi successivi rispetto al proprio compito. Passa quindi all’azione, all’attuazione del piano. Raccoglie informazioni su come sta andando e su quali sono i risultati. Al termine di un periodo prestabilito (di solito alla fine di una campagna o di un periodo di azioni) si fanno quindi delle valutazioni su come è andata, ci si condivide opinioni, si fa lavoro di critica e autocritica. E ci si prende un momento di riposo, prima di ripianificare. Tutto questo è importante per migliorare, per darci come obiettivo l’apprendimento continuo e per aggiustare il tiro man mano che aumenta la nostra esperienza.
Se ti ritrovi nella nostra visione del mondo e nei nostri valori, se sei d’accordo con la nostra strategia, se condividi i principi organizzativi e della cultura del lavoro, sei benvenuto / benvenuta in Ultima Generazione. Abbiamo bisogno di te!

