Alcuni attivisti stanno per salpare per Gaza per consegnare aiuti umanitari insieme alla Global Sumud Flotilla.
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ULTIMA GENERAZIONE: ALINA, 36 ANNI, INIZIERÀ LO SCIOPERO DELLA FAME SE LA FLOTILLA SARÀ BLOCCATA

10/09/2025 | Comunicati stampa

Due attivisti italiani salperanno dalla Sicilia con la Global Sumud Flotilla. L’appello al governo Meloni: riconoscere il genocidio e garantire il ritorno dei connazionali Due attivisti di Ultima Generazione – Francesco, medico e Stefano, skipper – partiranno dalla Sicilia con la Global Sumud Flotilla, diretta a Gaza con aiuti umanitari e personale medico. Se la […]

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Due attivisti italiani salperanno dalla Sicilia con la Global Sumud Flotilla. L’appello al governo Meloni: riconoscere il genocidio e garantire il ritorno dei connazionali

Due attivisti di Ultima Generazione – Francesco, medico e Stefano, skipper – partiranno dalla Sicilia con la Global Sumud Flotilla, diretta a Gaza con aiuti umanitari e personale medico. Se la marina israeliana fermerà le navi, da terra inizierà lo sciopero della fame a oltranza. Le prime ad annunciarlo pubblicamente sono Alina dell’Aquila, 36 anni, madre di tre figli, Beatrice di Torino, 32 anni, veterinaria e Serena di Milano, 39 anni, educatrice e professionista sanitaria.

“Ho deciso di unirmi allo sciopero e a privarmi del cibo,  perché non riesco più a tollerare ciò che sta succedendo a Gaza – dichiara Alina, madre di tre figli. Ora basta! Non continuerò la mia vita come se nulla fosse, metto il mio corpo a disposizione e andrò avanti con lo sciopero della fame a oltranza, il mio impegno è per la Flotilla e per la Palestina, affinché riesca nella sua missione e affinché le persone partite tornino a casa senza un graffio e che il governo riconosca che le atrocità che stanno succedendo a Gaza sono un genocidio! Invito chiunque lo desideri ad unirsi: c’è ancora speranza, possiamo e dobbiamo ancora agire.” 

Ultima Generazione sosterrà tutte le persone che sceglieranno lo sciopero della fame come forma di resistenza nonviolenta e di pressione sul governo italiano, affinché garantisca il ritorno in sicurezza dei connazionali imbarcati e riconosca il genocidio in corso a Gaza. Proprio lunedì 8 settembre la Spagna ha annunciato un embargo totale sulle armi verso Israele: stop a navi e aerei con carburante, munizioni e materiale militare. Se Madrid può agire, anche l’Italia deve assumersi le proprie responsabilità.

Serena, 39 anni, educatrice dichiara: Mi sento fortunata a non svegliarmi ogni giorno sotto le bombe e proprio per questo ho il dovere umano, morale ed etico di non restare indifferente davanti alla violenza e all’abuso di potere. Non è una scelta, ma una responsabilità prendere posizione, per restare Umani. Credo nella solidarietà e voglio sperare che, come io desidero aiutare chi è in difficoltà, altri lo farebbero per me. Penso alle mie nipoti. Finché anche un* bambinə può morire di fame come strumento di sterminio, non avrò un diritto maggiore al nutrimento, finché la voce del popolo non sarà ascoltata dai governi e questo abominio non finirà.

IL GOVERNO MELONI DEVE RICONOSCERE IL GENOCIDIO

Quella della Global Sumud Flotilla è una grande azione nonviolenta, e se il governo di Israele bloccherà le navi, da terra persone di Ultima Generazione inizieranno uno sciopero della fame come forma di protesta, per chiedere il sicuro ritorno degli italiani imbarcati e sopratutto al governo Meloni il riconoscimento del genocidio a Gaza. Ma la resistenza non si ferma: tutti noi possiamo agire subito mettendo pressione economica. Il boicottaggio è uno strumento concreto e potente di resistenza civile: rifiutando i prodotti e le catene della grande distribuzione complici, colpiamo direttamente gli interessi che sostengono l’occupazione israeliana. Siamo già in 50.000, unisciti anche tu: https://vai.ug/boicottaggio?f=cs  

LE DICHIARAZIONI DEI PARTECIPANTI ALLA GLOBAL SUMUD FLOTILLA 

Stefano, 60 anni, giornalista e skipper: “Noi vogliamo costringere il governo israeliano alla decisione più giusta, a riporre le armi e aiutare il popolo palestinese stremato da due anni di genocidio. La Global Sumud Flotilla ha tantissime anime al suo interno; una è quella dell’attivismo ambientale e ci sono tantissimi punti in contatto con le istanze ambientaliste. Quello che sta avvenendo a Gaza è soltanto la punta di un iceberg di un modello che è rapace di territori, che distrugge le popolazioni sotto il peso di economia coloniali.

Francesco, 30 anni, medico: “Bisogna liberare la Palestina dall’occupazione dei nostri Paesi occidentali, perché sono questi che finanziano lo Stato di Israele tramite il rifornimento di armi, le relazioni economiche e politiche. Dobbiamo prendere il nostro privilegio che abbiamo come persone che vivono nella tranquillità, dobbiamo metterci a disposizione di questa causa con azioni di disobbedienza civile nonviolenta, nonostante l’inasprimento delle misure repressive. Dobbiamo unire le forze di tanti movimenti verso un obiettivo comune”. 

BOICOTTIAMO PER COLPIRE GLI INTERESSI ECONOMICI 

Siamo già 50.000 ad aver scelto questa forma di resistenza attiva, unendoci in una mobilitazione che va oltre gli aiuti umanitari – pur necessari – e mira a compiere un atto politico concreto contro il genocidio in corso. L’obiettivo è duplice: tentare di forzare il blocco navale imposto da Israele e incidere direttamente sugli interessi economici che alimentano l’occupazione. Gli Stati europei restano legati a interessi militari ed energetici e non intervengono: spetta a noi cittadini agire, anche da casa propria, attraverso il boicottaggio. Come ricorda Francesca Albanese in Quando il mondo dorme: “Il sistema che reprime i Palestinesi è lo stesso a cui apparteniamo noi.” Questo passa anche attraverso i supermercati, che vendono prodotti coltivati su terre sottratte ai palestinesi, mentre in Italia comprimono i piccoli agricoltori, trasformando la spesa quotidiana in un lusso. Siamo già in 50.000. Unisciti anche tu: https://vai.ug/boicottaggio?f=cs