Mentre continua il genocidio palestinese e l’Italia tocca il picco della povertà assoluta, Meloni prenderà il 5% in più per le armi direttamente dalla spesa degli italiani
Roma, 28 giugno 2025 – Oggi pomeriggio alle ore 18.30, 14 persone tra attivisti aderenti alla campagna il Il Giusto Prezzo di Ultima Generazione e a BDS, hanno messo in atto un’azione di protesta al Carrefour di San Lorenzo in Via dei Sabelli. Dopo aver fatto la spesa come normali clienti, si sono fermati alle casse per lanciando una dichiarazione contro la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e nel denunciare la complicità della Carrefour con il genocidio in Palestina.
Stefano, 60 anni, insegnante, ha dichiarato: “Sono un insegnante precario della scuola italiana; precario perché il nostro governo compra armi, ed invece di pensare a tagliare l’Iva sui beni e prodotti essenziali, spenderà dieci miliardi per comprare armi. Abbiamo scelto Carrefour per lanciare un boicottaggio contro la grande distribuzione che strozza i piccoli produttori, e ci propone dei prezzi insostenibili a noi consumatori. E Carrefour è macchiata di sangue perché collabora con l’esercito israeliano”.
MELONI ANZICHE’ L’IVA, TAGLIERA’ SANITA’, ISTRUZIONE E SERVIZI PER COMPRARE LE ARMI.
Se agli italiani non erano sufficienti i motivi per ricordare l’inconsistenza del governo rispetto al collasso ecoclimatico e per aver portato l’Italia al picco di povertà assoluta mai raggiunta finora, ora hanno un motivo molto forte per ricordare l’azione di governo di Giorgia Meloni: obbediente a Trump ed alla NATO, l’Italia si accoda supinamente alla scelta di aumentare del 5% rispetto al PIL le spese militari. Si tratta di 10 miliardi di euro, che serviranno a comprare armi specialmente dagli Stati Uniti. Con quella cifra, ed esempio, si potrebbero assumere 30.000 sanitari, ridurre del 60% le liste di attesa, dare un reddito minimo garantito di 650 €/mesea tre milioni di persone (oltre il 50% di quelle attualmente sotto la soglia di povertà), assumere 40.000 nuovi insegnanti, mettere in sicurezza 15.000 km2 di aree fragili, e molto altro; i soldi avanzerebbero pure. Per trovare questi dieci miliardi, che ora nel bilancio dello Stato non ci sono, invece ogni italiano dovrebbe contribuire circa 650 € in più per la difesa. Tutto questo è intollerabile e insopportabile. Per questo, invitiamo tutte e tutti a firmare l’impegno al boicottaggio ìsul sito di ultima-generazione.it,in vista dell’autunno: per la giustizia climatica, economica e sociale. Per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Per la Palestina.
IL GENOCIDIO DI GAZA CHIEDE ALLE IMPRESE ITALIANE UNA SCELTA ETICA E COMMERCIALE RADICALE
Solamente Coop Alleanza 3.0 ha avuto il coraggio di togliere dai propri scaffali prodotti di provenienza israeliana.Mentre Carrefour è complice del genocidio in Palestina, attraverso rapporti economici con aziende israeliane coinvolte nell’occupazione dei territori palestinesi.Quella in corso a Gaza e in Cisgiordania non è solo una violazione dei diritti umani, ma una strategia deliberata di annientamento del popolo palestinese: attacchi militari indiscriminati, colonizzazione, regime di apartheid, uso della fame e dell’acqua come strumenti di guerra. In un momento in cui il governo israeliano guidato da Netanyahu intensifica l’uso sistematico della fame come arma, è fondamentale prendere posizione concreta anche qui, in Italia, contro tutte le aziende che collaborano con questo sistema.Carrefour non è neutrale. Come consumatori, possiamo scegliere di non alimentare con i nostri acquisti la violenza, la speculazione e la distruzione.
CONTRO CARREFOUR E CONTRO LA GRANDE DISTRIBUZIONE, PER IL GIUSTO PREZZO
Dal 2022 la multinazionale francese ha avviato un franchising con la società israeliana Electra Consumer Products e la sua controllata YenonBitan, entrambe attive nelle colonie israeliane illegali. Sugli scaffali dei punti vendita della YenonBiten, in territori occupati illegalmente, si trovano prodotti Carrefour; “inoltre – ricorda il movimento BDS – il Gruppo Carrefour e le sue filiali locali sostengono apertamente l’esercito di occupazione israeliano nel massacro che si sta svolgendo a Gaza, consegnando razioni alimentari ai suoi soldati. Ciò costituisce un sostegno logistico al genocidio dei palestinesi a Gaza”. Quello di Carrefour è l’estremo di un sistema, quello della grande distribuzione organizzata che è già basato sullo sfruttamento e delle persone e degli ecosistemi; un sistema che da un lato si basa sullo sfruttamento dei lavoratori e, nel caso dei prodotti agro-alimentari – di braccianti e piccoli produttori – con la cronaca che lo ricorda continuamente, dall’altro si arricchisce sempre di più, come indica un recente report dell’area commerciale di Mediobanca. Un settore che chiude il 2024 con 113 miliardi di fatturato (+3% rispetto all’anno precedente) con i margini di guadagno ai massimi dal 2019.
PERCHÉ IL BOICOTTAGGIO?
Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. La campagna è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace.
E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme?
Fallo anche tu: https://vai.ug/boicottaggio