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Comunicati stampa

Prima volta a Cagliari, blocco stradale in via Roma

ULTIMA GENERAZIONE: PRIMA VOLTA A CAGLIARI, BLOCCO STRADALE IN VIA ROMA

AL GOVERNO, DELLA SARDEGNA INTERESSA SOLO IL SETTORE MILITARE

CAGLIARI, 13 NOVEMBRE 2023 – Come i pastori nel 2019, oggi 6 cittadine e cittadini aderenti alla campagna FONDO RIPARAZIONE, promossa da Ultima Generazione, hanno effettuato un’azione di disobbedienza civile a Cagliari, per la prima volta nel capoluogo sardo. La protesta ha avuto inizio alle 8:08, lungo Via Roma. I manifestanti hanno bloccato la libera circolazione delle auto, srotolando striscioni con la scritta FONDO RIPARAZIONE. Per tutta la durata della protesta si è svolto un confronto concitato tra i manifestanti e gli automobilisti. Le forze dell’ordine sono giunte sul luogo alle 8:17, e hanno sgomberato la carreggiata alle 8:50. Una delle persone presenti al blocco come osservatore legale testimonia di essere stata presa a calci sulla schiena da un operatore della Digos, anche se lo zaino ha attutito il colpo non facendole del male. I cittadini, che hanno fatto resistenza passiva, sono infine stati portati in questura.

Ho 20 anni e oggi sono in azione per la prima volta, perché le immagini dell’alluvione del ciclone Cleopatra, delle alluvioni in Emilia e in Toscana mi hanno scioccata e ho pensato che di fronte a queste emergenze l’unica cosa da fare è prendersi le proprie responsabilità e agire. Ho rimandato il mio intervento in ospedale per essere qui in strada oggi, perché non posso restare a guardare di fronte ad uno Stato assente e sordo. Scenderò in strada come i nostri pastori nella rivolta del latte, che unendosi e protestando hanno fatto sentire la loro voce, perché credo che l’indifferenza e il silenzio uccidano, e perché credo che le persone dovrebbero collaborare e riappropriarsi del potere di cambiare le cose” ha dichiarato Manuela.

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I BLOCCHI STRADALI SONO GIÀ CONOSCIUTI IN SARDEGNA

Usando il medesimo metodo di protesta e rischiando le stesse denunce e multe, i cittadini e le cittadine sedute oggi in strada esprimono solidarietà con i pastori sardi. La protesta ha lo stesso obiettivo: lanciare un grido d’allarme contro un’economia che si basa sulla crescita continua e lo sfruttamento totale delle risorse, sia umane che naturali, per il guadagno di pochi. Gli industriali che continuano a guadagnare sulle spalle dei pastori sardi fanno parte della stessa classe dirigente delle multinazionali del fossile che viene non solo difesa ma supportata economicamente dal governo italiano.
Durante il periodo elettorale, l’attuale governo ha annunciato solo promesse vuote ai pastori. Può la cittadinanza fidarsi di un Governo che sfrutta problematiche locali con l’unico scopo di accaparrarsi qualche voto? La disobbedienza civile è uno strumento fondamentale per riappropriarsi della partecipazione politica dei cittadini e della rivendicazione delle responsabilità del governo nei confronti della cittadinanza.

DAL CICLONE CLEOPATRA ALLA TRAGEDIA DELLA TOSCANA: DIECI ANNI DI INAZIONE DEI GOVERNI E SOLDI BUTTATI NEL SETTORE MILITARE.

Il 18 novembre saranno trascorsi dieci anni dal Ciclone Cleopatra che tra Olbia e la Gallura causò 19 morti e 3.000 sfollati. In questi ultimi 10 anni i disastri non hanno fatto altro che aumentare. Stavolta è successo in Toscana, ma sappiamo che può capitare a chiunque, come quando c’è stata la bomba d’acqua a Thiesi nel sassarese. Invece di preoccuparsi di implementare misure di adattamento per prevenire danni ambientali ed economici in Sardegna, il governo nazionale aumenta solo le spese militari, con servitù militari che sottraggono ai sardi 35 mila ettari di terra senza ascoltare la cittadinanza che chiede la dismissione delle infrastrutture militari più dannose.

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VENITE IN STRADA ACCANTO A NOI PER CHIEDERE IL FONDO RIPARAZIONE

La nostra richiesta di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari. Per questo scendiamo in strada, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi.