Blocco stradale sulla tangeziale Est a Roma, attivisti appesi al ponte con striscioni

17/05/2023 | Comunicati stampa

Gli extra-profitti delle aziende fossili li pagano ancora una volta i cittadini: 3 morti e migliaia sfollati in Romagna e Marche a causa delle esondazioni dei fiumi. Eni investe circa 15 volte di più nei combustibili fossili rispetto alle rinnovabili...

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ULTIMA GENERAZIONE: ROMA, APPESI A UN PONTE SULLA TANGENZIALE PER CHIEDERE LO STOP AI SUSSIDI AL FOSSILE

Gli extra-profitti delle aziende fossili li pagano ancora una volta i cittadini: 3 morti e migliaia sfollati in Romagna e Marche a causa delle esondazioni dei fiumi

Eni investe circa 15 volte di più nei combustibili fossili rispetto alle rinnovabili

ROMA, 17 MAGGIO 2023 – Questa mattina verso le ore 08:30, 14 cittadini e cittadine di Ultima Generazione hanno bloccato il traffico a Roma, nella tangenziale Est, alcune sedendosi sull’asfalto della carreggiata del senso di marcia che conduce verso la zona Nomentana e altre calandosi da un ponte di via delle Valli. Con loro alcuni striscioni con scritto “NON PAGHIAMO IL FOSSILE”. I cittadini della campagna di disobbedienza civile per tutta la durata dell’azione hanno dialogato con gli automobilisti presenti, discutendo della gravità della situazione climatica corrente e dell’inaccettabilità dell’inazione della Politica per contenerne i danni. Dopo pochi minuti di blocco, sono arrivate sul posto le Forze dell’ordine, che in poco tempo hanno fermato i presenti che si trovavano sulla strada, mentre alle ore 10:00 è iniziato l’intervento dei Vigili del fuoco per portare via le persone che erano appese al ponte e si è concluso dopo 30 minuti. Il traffico è stato bloccato in diversi intervalli. Le persone portate via dalla polizia in alcuni commissariati della zona.

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“Sono Carlotta e ho 33 anni, oggi sono qui perché non so più cosa fare per farmi ascoltare dal governo. Trovo profondamente ingiusto, sbagliato, immorale e crudele vedere che mentre le famiglie nelle Marche e in Emilia Romagna vivono la paura degli eventi estremi causati dalla crisi ecologica, il nostro governo continui a farsi comandare da Eni, che con sfregio per le famiglie a rischio e in povertà continua a fare soldi investendo in petrolio gas e carbone, cause  del disastro che stiamo vedendo in questi giorni. Quanto ancora deve succedere? Quante famiglie ancora devono perdere la casa e vite umane perché si ponga fine a questo orrore? Non sappiamo più cosa fare, chiediamo che si smetta di investire in combustibili fossili e speriamo che la giustizia faccia il suo corso con Eni e il procedimento avviato da Greenpeace e ReCommon”.

Ultima Generazione imbratta Palazzo Madama come protesta

IL CANE A SEI ZAMPE ALLA SBARRA. LA “GIUSTA CAUSA” DI GREENPEACE E RECOMMON

Per questo motivo il 9 maggio è stata notificata a Eni l’apertura di una causa civile da parte di Greenpeace Italia, Recommon e 12 tra cittadine e cittadini “per i danni subiti e futuri, in sede patrimoniale e non, derivanti dai cambiamenti climatici a cui Eni ha significativamente contribuito con la sua condotta negli ultimi decenni, pur essendone consapevole”. Alla sbarra non c’è solo Eni: sono stati chiamati in causa anche il ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti, in quanto maggiori azionisti di Eni. Lo Stato sembra essere il primo complice di queste politiche distruttive e assassine, oltre che avallando e favorendo le politiche di colossi come Eni, foraggiando con contributi pubblici (40 miliardi al 2021) l’uso dei combustibili fossili. Per questo siamo in strada a protestare: chiediamo lo stop ai sussidi pubblici al fossile.

Ultima Generazione imbratta Palazzo Madama come protesta

IL CANE A SEI ZAMPE ALLA SBARRA. LA “GIUSTA CAUSA” DI GREENPEACE E RECOMMON

Per questo motivo il 9 maggio è stata notificata a Eni l’apertura di una causa civile da parte di Greenpeace Italia, Recommon e 12 tra cittadine e cittadini “per i danni subiti e futuri, in sede patrimoniale e non, derivanti dai cambiamenti climatici a cui Eni ha significativamente contribuito con la sua condotta negli ultimi decenni, pur essendone consapevole”. Alla sbarra non c’è solo Eni: sono stati chiamati in causa anche il ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti, in quanto maggiori azionisti di Eni. Lo Stato sembra essere il primo complice di queste politiche distruttive e assassine, oltre che avallando e favorendo le politiche di colossi come Eni, foraggiando con contributi pubblici (40 miliardi al 2021) l’uso dei combustibili fossili. Per questo siamo in strada a protestare: chiediamo lo stop ai sussidi pubblici al fossile.   

La richiesta della campagna NON PAGHIAMO IL FOSSILE, promossa da Ultima Generazione, è:

Stop ai sussidi pubblici a tutti i combustibili fossili.

Ultima Generazione imbratta Palazzo Madama come protesta
Ultima Generazione imbratta Palazzo Madama come protesta

Ultima Generazione sta chiedendo al governo italiano un “#FondoRiparazione” da 20 miliardi di euro per riparare i danni subiti dai cittadini a causa degli eventi meteorologici estremi (alluvioni, grandinate, incendi, siccità e così via) dovuti allo stravolgimento climatico provocato dall’uso dei combustibili fossili.

Per capire chi siamo e come agiamo, è possibile seguire ogni domenica sera alle h 21:00 una presentazione online su zoom, iscrivendosi a questo link. Più approfondimenti sul #FondoRiparazione sono disponibili a questo link.

 

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