La storia infinita, del nulla che avanza
La crescente pressione pubblica e il dibattito diffuso hanno finalmente avuto il loro effetto. 50.000 firme sono state raccolte nel nostro appello al Presidente Mattarella affinché non firmi il DDL Sicurezza. Un segnale forte che non è passato inosservato. Mattarella ha ascoltato le preoccupazioni di chi, come noi, vuole continuare a vivere in un Paese democratico, annunciando chiaramente che non ha intenzione di promulgare il disegno di legge.
Ora è il momento chiave per intensificare la spinta. La pressione politica dal basso sta funzionando, ma dobbiamo dare il massimo proprio adesso per assicurare che il Presidente non ceda alle richieste del governo. Mattarella ha fatto sapere in via informale che non vuole firmare un ddl impresentabile e incostituzionale. Il nostro impegno deve essere massimo in questa fase cruciale.
La premier Giorgia Meloni, ora consapevole della bocciatura imminente, ha chiesto urgentemente un incontro con il Presidente, dopo che Mattarella ha fatto sapere in via informale di non voler firmare un ddl impresentabile e incostituzionale.
UN DDL INCONSISTENTE E IDEOLOGICO
Presentato alla Camera nel gennaio 2024, il ddl ha subito ritardi tali da necessitare un nuovo passaggio. L’assenza di coperture finanziarie adeguate, con risorse destinate solo fino a fine 2024, rende il disegno di legge una proposta ideologica priva di fondamento concreto. Il governo ha respinto ogni emendamento e proposto, rifiutando anche il confronto con le associazioni, inclusa quella dei familiari delle vittime delle stragi. Il ddl non è migliorabile con semplici modifiche: la sua intera architettura è inaccettabile in uno Stato di diritto. Si tratta di un tentativo di soffocare il dissenso, in un momento in cui il Paese è già segnato da una grave crisi sociale ed economica.
UN PIANO PER IL DISSENSO, NON PER IL BENE COMUNE
Il Governo sa che si preparano tempi ancora più difficili per la popolazione, tra spese detratte allo stato sociale per essere investite nelle guerre alla desertificazione industriale, le prospettive per il nostro paese sono grigie e Meloni e i suoi sodali, invece di provare a dare risposte all’altezza della crisi sociale ed economica, si stanno attrezzando per una gestione del dissenso che ricorda le dittature sudamericane. Pene severe per chi protesta, per chi difende le persone in precarietà lavorativa e abitativa, per chi si ribella alle condizioni inumane delle carceri, per chi blocca il traffico, carcere anche per le donne incinta e i loro figli mentre si prova a innalzare le forze dell’ordine al di sopra della legge che invece in uno stato di diritto dovrebbe essere uguale per tutti.
LA NOSTRA VITTORIA E IL NOSTRO IMPEGNO
Chiediamo al Presidente Mattarella di non cedere alle pressioni della Meloni e di cassare il ddl nella sua interezza. La nostra raccolta firme, che ha raggiunto le 50.000 adesioni, e la partecipazione alle manifestazioni in tutta Italia sono un chiaro segnale di come il Paese non voglia piegarsi a leggi ingiuste.
INVESTIRE NELLA VERA SICUREZZA
Respiriamo un’altra visione della sicurezza, che non divide ma unisce. Non vogliamo più criminalizzare chi è in difficoltà, né rafforzare l’odio verso i più vulnerabili. Noi intendiamo continuare a vivere in uno stato democratico dove la sicurezza non è mai disgiunta dalla partecipazione, dall’avanzamento del benessere sociale e dei diritti per tutti e anche dal conflitto praticato nei confini della democrazia. Difendere il diritto al dissenso significa infatti difendere il cuore della nostra democrazia e la libertà.